Il Liberty a Milano, primi ‘900

 
 
 
La stagione milanese dello stile Liberty fu inaugurata con la costruzione di palazzo Castiglioni terminata nel 1903 su progetto di Giuseppe Sommaruga, successivamente tra i maggiori interpreti del modernismo in Italia. Il palazzo, decorato con sculture in cemento a tema floreale e composizioni in ferro battuto tipiche del nuovo stile, si distacca dall’ Art Nouveau classica per le forme monumentali e l’uso di elementi classici come i putti, mutuati dai vicini palazzi nobiliari in cui dominano le forme neoclassiche. Il palazzo, considerato tra i più alti esempi di  Liberty italiano ed eretto in una delle più eleganti e nobili vie di Milano, rimarca ancora più nettamente lo status  della nuova classe borghese e introduce prepotentemente in città l’uso del cemento come elemento scultoreo. Il «segnale di rottura» lanciato alla vecchia classe dirigente fu ancor più forte grazie all’inserimento ai lati dell’ingresso di due statue raffiguranti due donne nude ritratte in pose decisamente audaci: esse suscitarono grande scandalo al punto che l’architetto fu costretto a rimuoverle e trasferirle nell’allora periferica villa Faccanoni, ottimo esempio di villa suburbana Liberty progettata sempre dal Sommaruga e in cui vengono ripresi le sculture di putti e il motivo delle finestre a colonna dell’ultimo piano di palazzo Castiglioni. Altro interprete di primo piano nel Liberty milanese fu Giovanni Battista Bossi che ha nella casa Galimberti la sua più celebre opera: il palazzo presenta una ricchissima decorazione della facciata con piastrelle in ceramica dipinte con forme umane ed elementi vegetali con elaborati contrasti cromatici. Degni di nota sono anche i balconi decorati realizzati in cemento o i balconcini a baldacchino in ferro battuto. A pochi metri di distanza si trova la Casa Guazzoni, sempre del Bossi, che pur conservando la stile tipicamente floreale della facciata presenta una decorazione completamente incentrata sulla scultura con elaborati apparati di putti, figure femminili e forme vegetali realizzati sempre in cemento e ferro battuto con balconi sovrapposti. Lo stesso architetto realizzò infine casa Alessio, più simile allo stile della Secessione viennese con le sue rigide geometrie e la fascia verticale in corrispondenza dell’ingresso.
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Esempio quanto mai raro di autocommittenza fu casa Campanini, progettata dall’architetto e imprenditore edile Alfredo Campanini come propria abitazione nel 1904. La composizione della facciata mostra a livello generale una forte ispirazione al lavoro del Sommaruga, in particolare per le sculture di figure femminili all’ingresso, omaggio esplicito al portale del palazzo Castiglioni. Il classico portone d’ingresso in legno è qui sostituito con un cancello in ferro battuto a motivi vegetali, stesso motivo dei balconi, realizzato da Alessandro Mazzucotelli: sempre suoi sono altri elementi decorativi in ferro battuto che, unitamente agli affreschi e vetrate colorate, costituiscono una decorazione interna tipicamente  Liberty senza traccia di influenze eclettiche, cosa non comune in molte altre architetture coeve cittadine. Slegata dalla logica di creazione di nuove zone di abitazione dedicata alla classe borghese, casa Ferrario sorse a partire dal 1902 su progetto di Ernesto Pirovano in via Spadari, una delle vie più centrali e antiche di Milano. Le notorietà di questo palazzo, di impianto ancora sostanzialmente tradizionale e relativamente sobrio negli altri elementi, è dovuta alle decorazioni in ferro battuto dei balconi sovrapposti con motivi a spirale e decorazione floreale con mensole a forma di grifone, anche in questo caso realizzate dal Mazzucotelli, considerato tra i maggiori artisti del ferro battuto in Italia. Contrapposto al filone floreale del Liberty milanese capeggiato dal Sommaruga si possono citare la casa Donzelli di Ulisse Stacchini, dove nonostante le chiare influenze del maestro Sommaruga si nota una composizione con linee austere tipiche del  Liberty di area tedesca, e la casa Agostoni dove alcuni elementi tipici del Liberty  come il tema naturale e la scultura in cemento vengono affiancati a un’impostazione della facciata tipicamente ottocentesca e a elementi classicheggianti come bassorilievi. Assieme alle abitazioni per l’alta borghesia sorsero a Milano un gran numero di abitazioni in stile Liberty  per la piccola e media classe borghese. La costruzione di questi edifici, non potendo disporre di investimenti elevati, utilizzò decorazioni con ceramiche e statue industriali in cemento eseguite in serie, decorazioni in ferro battuto più semplici e una particolare attenzione alla riduzione degli spazi comuni non strettamente necessari: esempi di questo tipo di committenza sono casa Dugnani e casa Biraghi, in cui spiccano le maioliche a tema floreale realizzate in serie dalla Richard Ginori.